Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
Mess Age

Il messaggio è il mezzo: blog di igiene mentale per attraversare indenni la nube tossica della comunicazione ai tempi del web e dei social media.

Ma che cos'è la verità? (Altre penultime verità)

Qualche giorno fa Piergiorgio Oddifreddi ha illustrato una scala delle verità in un post sul suo blog Il non senso della vita 2.0. Ma che cos'è la verità?

Ma che cos'è la verità? (Altre penultime verità)

Premetto che sul negazionismo sono d'accordo con il matematico, perché ritengo inaccettabile che la verità storica sia imposta per legge. Ritengo meno condivisibili alcune sue argomentazioni, tuttavia non voglio entrare nel merito della polemica, né della recente propensione di Oddifreddi a inoltrarsi in terreni scivolosi.

Quello che mi interessa è proprio la scala di verità, perché contiene un piccolo "abuso di metodo" che noto con crescente frequenza e che mi permette tra l'altro di approfondire quanto ho trattato nel mio articolo sulla persuasione.

Leggiamo innanzitutto Oddifreddi:

Si parte dalle verità matematiche, che sono dimostrate in maniera logica e controllabili da chiunque abbia un’alfabetizzazione adeguata. Si passa alla verità scientifiche, che non sono mai completamente assodate, e sempre sottoposte a continue verifiche sperimentali, spesso effettuabili solo da chi abbia adeguati mezzi tecnologici. Si arriva poi alle verità storiche, che si basano su testimonianze di varia mano, relative a fatti unici e non riproducibili, e che dunque non possono mai avere il grado di affidabilità delle verità scientifiche, per non parlare di quelle matematiche.

Piergiorgio Oddifreddi, Che cos'è la verità?

Ora, il ragionamento da un punto di vista logico è ineccepibile, anche se il matematico è stato leggermente ingeneroso nei confronti della storia. Sarebbe cosa disdicevole nonché impossibile provare a riprodurre l'Olocausto un numero sufficiente di volte per avere la prova assoluta della sua esistenza, eppure abbiamo la necessità di capire cosa sia successo e trarne delle conseguenze per il futuro.

Se disponiamo di testimonianze di varia mano e attendibilità, è un dato di fatto pragmatico: la storia, quella seria, deve mettere a disposizione le informazioni, non certo giungere a verità assolute. È un processo in continuo divenire, così come il nostro punto di osservazione nei confronti dei fatti accaduti (perché qualcosa è accaduto, indipendentemente dai limiti a cui la nostra osservazione è sottoposta).

Il problema è però che Oddifreddi mette a confronto dimensioni diverse. Qui non è tanto in discussione la verità di un fatto storico, quanto la sua interpretazione e il giudizio su di esso.

Come ricordavo nell'articolo sulla persuasione, esiste ciò che può essere definito vero o falso, ma esiste anche ciò di cui si può dire solo che è probabile o improbabile, tuttavia non è sempre inutile interrogarsi sull'argomento.

Non si arriverà a verità ultime, ma solo penultime, eppure necessarie, passibili entro certi limiti di revisione, certo, come del resto sono anche quelle scientifiche, che in fondo rimangono penultime anche per l'1% percento?

In quest'ultimo caso rientra ciò che possiamo giudicare giusto o sbagliato: se ad esempio è scientificamente provato che scindere l'atomo produce enormi quantità di energia, non possiamo provare altrettanto scientificamente che gettare una bomba atomica in testa a una popolazione sia cosa buona o cattiva, né possiamo fornire la prova scientifica che l'Italia o qualsiasi altro paese debba dotarsi di centrali nucleari per soddisfare il proprio fabbisogno energetico.

Ma che cos'è la verità? (Altre penultime verità)

Decidere non produce verità strettamente logiche o scientifiche, riproducibili e ripetibili. Tuttavia la logica è - auspicabilmente - parte del processo decisionale, anche se sarà pur sempre una logica imperfetta, che si basa su premesse non certe ma appunto verosimili, sui valori condivisi, sugli equilibri relazionali e anche sulle povere, bistrattate emozioni.

Che è esattamente ciò che fa Oddifreddi con la sua polemica, che non riguarda la verità scientifica né - a ben vedere - quella storica, bensì è un esercizio di argomentazione, e che quindi rientra sotto il dominio del probabile.

Ma in fondo, è proprio il diritto di argomentare che Oddifreddi sta affermando. Tuttavia, a questo punto, se osserviamo 'dal basso' la scala di verità, noteremo che più la verità diventa 'affidabile', più diventa astratta.

E qui la domanda diventa un'altra: cosa colma questo gap, questa frattura tra verità più o meno assodate ma senza libretto di istruzioni e la contingenza di decisioni da prendere e di altre verità che non saranno mai vere o false, giuste o sbagliate in modo definitivo?

Senso o nonsenso della vita, meriterebbe un attimo di silenzio non raziocinante di attenzione.

Condividi post
Repost0
Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post